Biografia

 

Da sempre caratterizzata da un acuto interesse per i materiali, la ricerca di Giovanni Leto, in linea con quella tradizione pittorica au delà de la peinture che in Italia, soprattutto dall’immediato dopoguerra, affonda le radici nell’humus dissodato dalle avanguardie artistiche, è volta ad approfondire, sin dal 1984, gli spessori tattili della carta e dar vita ad una “pittura” che conquista una nuova spazialità. 

BIOGRAFIA

a cura di Chiara Fragalà e Giusi Buttitta

La biografia di Giovanni Leto sembra costruita su “un alternarsi di contrastanti momenti”.
Nasce a Monreale, in provincia di Palermo, nel 1946. La passione per l’arte si manifesta in lui presto, tanto da decidere giovanissimo, d’iscriversi all’Istituto Statale d’Arte di Palermo. Sono gli anni dell’arte informale, la produzione di pittori come Burri e Dubuffet colpisce l’immaginario dell’artista ed influenza le sue prime opere (La Notte, Paesaggio Urbano, Composizione). E’ un periodo ancora di formazione per lui. Partecipa ad alcune delle mostre collettive che si tengono, a Palermo, sino a quando, nel 1964, conseguito il diploma di Maestro d’Arte, lascia la Sicilia per frequentare l’Accademia di Brera. Sfortunatamente, problemi economici limitano la sua permanenza a Milano ad un breve periodo che gli consente tuttavia di frequentare il corso di pittura tenuto da Domenico Cantatore e le lezioni di storia dell’arte condotte da Guido Ballo. Rientrato a Palermo prosegue i suoi studi all’Accademia di Belle Arti e porta avanti le sue ricerche astratto-informali. Nel capoluogo siciliano, inaugura, nel 1966, la sua prima personale in occasione dell’apertura della libreria Einaudi in Viale Libertà.
Consegue il diploma d’Accademia nel 1968. Sono gli anni della contestazione e Leto finisce per trascurare la sua passione per la pittura in favore delle manifestazioni studentesche. In questo periodo si mantiene eseguendo su commissione opere figurative facilmente vendibili e lavori di restauro d’antichi dipinti.
Gli anni Settanta sono connotati da un alternarsi di vicende personali ed artistiche che s’influenzano le une con le altre. Nel 1972 inizia la sua carriera di insegnante d’Arte nella Scuola secondaria di primo grado, riprende le ricerche precedentemente interrotte, che lo avevano portato all’uso di materiali poveri e grezzi e realizza opere come Terre del fantastico e Tracce. Nel 1976 sposa Eva Bosco e si trasferisce a Bagheria, dove frequenta il poeta Ignazio Buttitta, stringe amicizia con il figlio Pietro e conosce il poeta futurista Giacomo Giardina.
Il 1979 è segnato anche da un triste evento, la scomparsa del padre, figura fondamentale nella formazione umana di Leto.
Inizia il decennio successivo creando Memorie al presente e Come segni di un diario, opere in linea con le sperimentazioni iniziate durante gli anni Sessanta, che delineano l’interesse di Leto per il collage. Nel 1984 la sua produzione, sempre più caratterizzata dall’inserimento di materiali au delà de la peintura all’interno del “campo” pittorico, è tesa a definire una nuova spazialità. Realizza le opere della serie L’eros del tatto ed espone queste creazioni presso la Galleria Ezio Pagano di Bagheria
L’84 è anche l’anno di Elementi in Superficie, Cornici dipinte e fasciate e Corda, opere significative per gli sviluppi della sua ricerca spaziale.
Il 1985 è l’anno in cui Leto realizza i suoi primi Orizzonti. Sono creazioni costituite prevalentemente di pagine di giornale tattilmente attorcigliate e incollate sul piano dell’opera a formare serrate stratificazioni orizzontali, in cui l’istanza di una nuova spazialità, presente da sempre nella sua ricerca, approda ad una svolta decisiva, tutta improntata di fisicità e carnalità. Espone queste opere alla X Expo-Arte di Bari, presentate in catalogo da Giuseppe Frazzetto e s’impone all’attenzione della critica nel più vasto panorama dell’arte italiana. Giorgio Di Genova, Enrico Crispolti, Filiberto Menna, Pier Restany, Francesco Vincitorio, Lia De venere, sono tra i primi ad apprezzarne il lavoro. Marcello Venturoli, lo segnala in Flash Art tra “I dodici artisti più interessanti della Decima Expo
Dopo Bari inizia per Leto un periodo ricco di incontri, mostre, riconoscimenti e frequenti viaggi. Nel 1986 il Museo Guttuso di Bagheria acquisisce nella collezione permanente una sua grande opera, Orizzonte delta. Tra le mostre di questo periodo:sono: nel 1988, la partercipazione alla Biennale del Sud, a Napoli, curata da Michele Bonuomo, Vitaliano Corbi, Giorgio Di Genova, Gillo Dorfles, Filiberto Menna, Pierre Restany e Lea Vergine; a Monreale, l’antologica, Geologia dell’Altrove, promossa dalla Civica Galleria d’Arte Contemporanea, curata da Di Genova, a Bagdad, la partecipazione all’International Festival of Art 1988, nsieme agli artisti Giovanni Barucchello, Nado Canuti, Pasquale di Fabio, Novello Finotti, Sergio Floriani, Giovanni Soccol e Walter Valentini. Nel 1989, insieme a Tomaso Binga, Vitaldo Conte, Silvio Guardì e William Xerra, espone nella mostra Sottosuolo del linguaggio, curata da Filiberto Menna e Francesco Gallo, alla Galleria Ezio Pagano di Bagheria.
In questi anni ricca è anche la sua produzione. Realizza la serie dei Pozzi, Triangoli, Rombi, Cerchi, opere i cui formati rimettono ulteriormente in discussione l’idea di pittura intesa come “finestra ritagliata sul mondo”.
Nel 1990 soggiorna a Carrara dove, per conto della Galleria Atelier – Arti Visive, esegue lna serie di opere, poi ordinate nella personale del 1996, “Il tempo cartificato”, curata da Guglielmo Gigliotti. Ancora nel 1990, all’Arte Fiera di Bologna, Giovanni Leto si lega anche alla Galleria Barbierato-Arte Contemporanea di Asiago che ne promuove il lavoro in ambito nazionale e internazionale. In questo periodo, accanto a nuovi Orizzonti, Mari e Deserti di carta e accanto a creazioni più pittoriche come Racconti Aniconici e Contrappunto, realizza anche una nutrita serie di opere oggettuali ed installative. Tra queste la serie de Il corpo a corpo con lo spazio della pittura reificata del 1992 e le installazioni di Povera e leggera del 1994, a Petraia Soprana. Numerosi in questo decennio sono anche le esposizioni in Italia ed all’estero: la personale a Bologna, allo studio Cavalieri; la personale a Torino, alla Free Art; la personale a Carrara, all’Atelier-Arti Visive; la personale ad Asiago, da Barbierato Arte Contemporanea, la personale alla “G”, Galleria a Helsingborg (Svezia); la rassegna La Sicilia è un arcipelago, a Roma, all’Acquario Romano e successivamente al Citizens Columbus Foundation di New York e al Palazzo Reale dei Normanni a Palermo; la partecipazione al Solentuna Fair a Stoccolma; la collettiva all’Intrepid Sea-Air-Space Museum di New York; la Rassegna Multimediale, all’Università degli Studi a Sidney; l’esposizione alla 6° Montenapoleone a Milano
Lungo questi anni si occupano del suo lavoro con saggi e testimonianze critiche, oltre ai nomi precedentemente citati, Vittoria Coen, SausenFaisal el-Samir, Paola Nicita, Toti Carpentieri, Angelo Dragone, Monica Mantelli. Enrico Crispolti, Luciano Carame, Lucio Barbera.
Nell 1999, è inserito nella classifica “I migliori 100 artisti italiani degli ultimi quarant’anni”, pubblicata dalla rivista Flash Art, n. 215 di aprile 1999, in compagnia di Piero Manzoni, Pino Pascali, Alighiero Boetti, Luigi Ontani, Jannis Kounellis, Maurizio Cattelan ed altri artisti di rilievo internazionale. Nello stesso anno, entra a far parte del GAD (Gruppo Aniconismo Dialettico) fondato a Roma, nel 1977 da Giorgio Di Genova ed espone alla Palazzina Azzurra a San Benedetto del Tronto, ed ancora nel Palazzo Ducale di Revere (MN) e al Museo Michetti a Francavilla al Mare.
Nel 2001 è nell’elenco degli artisti “Il Meglio del 2000”, pubblicato nel Giornale dell’Arte n. 195, gennaio 2001, insieme a, per citare alcuni degli artisti, Jeff Koons, Fausto Melotti, Ed Templeton, Luciano Fabro, Marisa Merz, Odd Nerdrum.
Nel 2004, il Comune di Bagheria gli dedica un’ampia antologica al Museo Renato Guttuso – Villa Cattolica, presentata in catalogo da Enrico Crispolti ed Anna D’Elia.
Nel 2005, con Carla Accardi, Renato Guttuso, Antonietta Raphael Mafai, Mario Schifano, Pippo Rizzo, il fotografo Ferinando Scianna, espone a Parigi nella mostra L’Echange- 3° Salone Internazionale di Arti Plastiche e Figurative. Nel 2009, ancora in Francia, è nella mostra “Parva Naturalia anotation en marge d’Aristote”, curata da Antonina Greco negli spazi della Bibliothèque de Caen. Nel 2010 è nella rassegna “Genius Loci “, alla Galerie Miejsce/der ort, a Berlino.
Leto, accanto ad una serie di libri d’artista, realizza anche opere che si sviluppano nello spazio calpestabile. Tra queste “Made in Italy” del 2011, esposta alla Biennale di Venezia – Iniziativa speciale Lo stato dell’Arte; “Ritratto di ignoto”, nella collezione della Camera di Commercio a Vibo Valentia ed, ultimamente, l’opera site specific “Spazio (orizzonti)” del 2016, realizzata per la personale Orizzonte in orizzonte 1985 / 2016, curata da Lorenzo Bruni, alle Fabbriche Chiaramontane ad Agrigento.

Sue opere figurano in vari musei e collezioni pubbliche e private.
Attualmente vive a Bagheria